martedì 30 settembre 2008

Solitudine

Andare in treno e' completamente diverso dall'andare in aereo. Entrambe sono scatole di metallo che filano diritte piene di persone sedute, ma almeno il treno ha una più alta probabilità rispetto all'aereo di ritornare dove e' già stato. Sedendo in treno non e' impossibile pensare che dove ci si trova in un determinato momento, in un qualche altro istante un'altra persona vi ci si sia trovata, nello stesso punto. Non intendo nello stesso sedile, cosa ovvia a verificarsi, ma nello stesso punto spaziale. Difficilmente può essere lo stesso in aereo, che per quanto preciso nel suo viaggio, quanto facilmente può ricalcare una rotta già battuta?

Al posto 4, fila 10 del Teatro Comunale sicuramente un'altra persona si e' seduta prima di me. Nell'intercapedine che separa il decimo dall'undicesimo piano dell'hotel Hyatt di Jacksonville in Florida, attraversata da un celere ascensore per gente di fretta, migliaia di persone in tempi diversi hanno respirato guardando l'indicatore luminoso dei piani. Nella parte di stanza sopra al ventre di mia madre tanti altri sanguinolenti parti cesarei hanno dato alla luce bambini altrettanto brutti e disorientati.

Ma quanti possono dire di essere stati all'interno di un aereo nello stesso luogo dove un'altra persona prima di loro ha volato (o dopo di loro volerà)?
La questione si riduce a definire il luogo, già prima puntualizzato, non come il sedile dell'aereo, ma come la coordinata spaziale. Latitudine e longitudine?
Questo sicuramente non basta a definire univocamente lo spazio. Aggiungiamo l'altezza dal suolo e dovremmo essere a posto per l'individuazione di un corpo: almeno sulla Terra.
La Terra ruota e gira intorno al sole. Le orbite sono chiuse, e quindi vi sarà un ritorno. Si può essere dove si e' già stati o dove altri sono stati?
Il sistema solare a sua volta ruota e viaggia all'interno della galassia, la quale con poca voglia rimane ferma rispetto alle altre galassie. E tutte queste galassie in un qualche modo eviteranno la quiete: tra di loro o rispetto a cosa?

Siamo quindi i primi ad essere nel luogo dove ci troviamo e dannatamente saremo gli ultimi ad esservi passati? Nessun'altro ricalca le nostre orme, nessun altro sarà dove noi siamo ora? Che solitudine!

Discutevo di questo all'agenzia di viaggi qualche giorno fa, sfogliando i cataloghi (troppe foto colorate non mi piacciono) e chiedendomi se in Polinesia vi sia una agenzia dove consigliano di andare a visitare Argenta o Ferrara: arriva un abitante in gonnellino tipico e chiede nella loro buffa lingua di andare a Portomaggiore perché lo ha letto su internet e tutti i suoi amici della capanna vicina ci vanno in vacanza. La ragazza in agenzia gli mostra qualche dipinto naif realizzato su corteccia di baobab. Il dipinto mostra ragazzi hipster che suonano tamburi in piazza il mercoledì sera vicino al Duomo; la temperatura esterna e' di 10 gradi, e le birre intorno ai 7.
Tutto sommato e' poco probabile, inoltre la maggior parte dei polinesiani pratica il nudismo in presenza dei documentaristi.

Altra differenza: gli aerei precipitano. I treni no.

mercoledì 17 settembre 2008

Gente sbagliata

Documentandomi sulla bella gente che si diverte un sacco d'estate, guardo la notte di Italia 1. Mi interesso enormemente ai villaggi vacanza. Ci sono grassoni che fanno i balli di gruppo con bambini gia' afflitti da obesita', spettacoli teatrali dove coinvolgono anche gli anziani e si mangia tutti assieme da enormi tavoloni. Va bene, penso di essere adatto a questo lavoro. Mando una lettera certo dell'assunzione proponendo come primo spettacolo delle 22.15 "Aspettando Godot". 3 ore e poi tanto Godot se non ricordo male non arriva o se arriva non lo si nota per modestia.

Il giorno dopo vado a Marina di Ravenna. I lampioni deco' sono colorati di oro e il locale dove ci doveva essere un concerto sembrava una milonga con tavolini da Mc Donald's. E' tutto un minigolf, con villette di splendida edilizia mare con persiane blu-rosa-blu-rosa.

Facciamo allora un giro, avanti e indietro cinque volte: dalla pineta, passando per la creperia fino alla bancherella con i libri al 50%. Tutti passeggiano avanti e indietro. In prevalenza sono bimbetti in braghette e famigliole con marito panzuto; i più giovani sono davanti ai locali a fare bella mostra degli occhiali da sole.
E' notte, le 23, e andiamo alla Taverna Bukowski a sentire un concerto. Vendono la birra Duff che pero' e' spagnola e una ragazza prosperosa vestita con righe bianche-nere-bianche-nere attira la mia attenzione.

Poco dopo incontriamo amici, che accompagnano due ragazzi francesi, lui molto modaiolo, lei una giraffona bionda ullalla'.

Riaccompagnandoli in macchina ascolto Radio Tre ed ho il mio exploit spiegando come la notte venga trasmesso fino alla ripresa della programmazione il Canale Quinto della Filodiffusione. Tutti pendono dalle mie labbra quando racconto della sua invenzione nei lontani anni cinquanta: capisco che adorano me e i miei aneddoti.

Ultimi minuti della trasmissione di Italia Uno, isola festaiola, gente brillante che esclama: "Aperitivo molto carino". "Bello, alternativo e tanta bella gente. Giovane finalmente."

Adolf ha preso di mira la gente sbagliata, tutto qui.

giovedì 4 settembre 2008

Fiesta blu

Nel pomeriggio passa a prendermi un mio amico in Fiesta e andiamo a Glorie di Bagnacavallo in un negozio che vende audio-video usato in cerca di una videocamera. Lui ci dovrebbe fare dei documentari, io solitamente riprendo all'infrarosso i topi in cortile: ho scoperto che rubano il sapone, ho le prove. Esco di casa vestito il peggio possibile e saliamo in auto.
Venti minuti di guida da anziani e arriviamo al negozio. Il proprietario e' prodigo di consigli e mi sentivo veramente a mio agio parlando della società consumistica che non capisce l'importanza della qualità dell'elettronica e dell'alta fedeltà.
Dalla porta entra una ragazza mora, capelli raccolti in parte, due ciuffi sul viso, pantalone al polpaccio con accenno di mutandine a fantasia e maglietta bianca.

Bel taglio della bocca. L'unica cosa che posso fare e' guardarla con occhi divaricati, grandi come sono i suoi. Inizia a girare in tranquillità per il negozio ed evidentemente e' la figlia del proprietario. Altrimenti e' la Madonna e io sto per morire.
"Ma come diamine sono vestito? Potevo almeno pettinarmi".
Lei non mi conosce, devo dire qualcosa di intelligente in modo che lo senta e capisca come sono veramente.

Negoziante: "...poi nel campo audio-video e' difficile trovare delle grandi competenze da parte dei venditori."
Io: "Si capisco, ma se ci pensa la volontà non e' sottomessa al principio di ragione, ma le sue rappresentazioni si."

Troppo intellettuale, calma e sangue freddo, più ironia.

Negoziante: "Come scusa? Ok vi chiamo io allora se trovo qualche offerta."
Io: "Mi dispiace già mia madre mi ha chiamato Paolo anni fa! Lei oramai arriva per secondo!"

Troppo sofisticata, più vicino ai giovani.

Negoziante: "Si..., se siete fortunati a volte capitano delle occasioni."
Io: "Speriamo tanto la vita fa schifo e questa città e' morta per noi giovani."

Negoziante: "Ma che sei scemo? Ok arrivederci!"
"Grazie, arrivederci" a lui, "Ciao" a lei che mi guarda da lontano.

In auto parlo ossessivamente di lei. Il biglietto da visita del negozio e' in cartoncino, e' spesso e gli spigoli pungono, ma e' liscio e quasi vellutato; le lettere sono in rilievo e ci sono foto di una reflex, di un televisore e di un amplificatore valvolare.

Io: "Ma era abbronzata?"
Amico: "Basta, ma come sei ridotto? Non hai già G****, A*****, S*****, S**** e C*****"
Io: "Vabbe' che il blog lo sto scrivendo io e ci metto quello che mi pare, ma se esageri non ci crede più nessuno"
Amico: "Era normalissima, non esagerare te".

Ancora non ha capito nulla e gli sorrido affabilmente. Nel retro del biglietto da visita c'è la mappa per arrivare al negozio. Lei sarà li? No, non ci vado, poi tanto me la dimentico e mi innamoro di una commessa all'Iper.

Passo la restante parte della giornata a gareggiare con il mio amico facendo 1+1+1 +1 eccetera sulla calcolatrice: vince chi arriva per primo a 100. I campionati sono vicini e ho ottime speranze.

Claudia Cardinale ne "La ragazza con la valigia" del '61, in pigiama da uomo a righe, era la più bella del mondo.