sabato 16 agosto 2014

A proposito dell'attore morto


Quando muore un attore immancabilmente sembra che siano morti i suoi personaggi, tutti contemporaneamente.
Un aereo carico di ruoli, un'auto fuori strada zeppa di macchiette, un proiettile a grappolo che lacera pagine di soggetti o una siringa che trafigge a spiedino Bluto, Jake e pochi altri.

In questo caso una lunga cintura di una quarantina di metri appesa ad una trave Innocenti da 20 pollici.

Premetto, così chi vuole può smetterla ora di leggere e perdersi il più bello, che Robin Williams non mi stava particolarmente simpatico, simpatia intesa nella stessa accezione per la quale l'altro giorno sarebbe morto il professore di quel film con tutti in piedi sulle scrivanie per ribellione, la matricola di medicina quasi cinquantenne che ci prova con la biondina e sfida il sistema, il robot che Asimov-meglio-stia-tutto-dentro-alla-carta o quell'alieno che ha segnato il vero salto dello squalo per la serie con l'unico uomo che abbia mai visto come figura paterna.

Insomma è morto lui, tutti i suoi personaggi no: quelli non sono mai esistiti, mai sono nati, mai moriranno, per l'appunto mai saranno Platone e gli eventuali omonimi manco desideravano assomigliarvici. Sembra sciocco ma l'ho detto lo stesso, visto che mi pare si faccia sempre una grande confusione tra il burattinaio e i burattini, fenomeno che per il cinema avviene con frequenza, forse a sostegno della tesi che sia un'Arte ancora sostanzialmente (giustamente) infantile, oppure raramente profonda oppure ancora più raramente un film di Kubrick.

Quando muore uno scrittore, i suoi ammiratori sembrano comprenderne meglio la dipartita, in certi prolifici casi anche con il certo sollievo di chi non dovrà fare altri sforzi per poter affermare con gli amici "ho letto tutto di lui".

Ovviamente il comprensibile rimpianto resta per la mancata possibilità di vedere altre opere interpretate dall'attore stesso: avremmo tutti voluto salvarlo, dargli due sberle, qualche milione di dollari e sbatterlo dentro ad un costume sotto le luci davanti ad uno schermo verde a fare smorfie. Però penso che Nuti si è salvato, ma comunque non vorrei vederlo in nessun altro film


Dopotutto anche Einstein morì, ma onestamente immagino che a quell'età, nonostante le ammirevoli buone intenzioni avesse meritatamente sempre più voglia di godersi la fama,


suonare il violino in barca con un giubbotto di pelle,


oppure diventare una calamita da frigo.