Faceva freddo,
ci annoiavamo e i ricoveri a Natale non sono poi tanto male e
sicuramente infinitamente meglio dei centri commerciali. Tutti pieni
di festoni e ghirlande natalizie su muri, appesi tra le porte della
sala mensa e attorcigliati alle gambe dei carrellini per deambulare.
"Senti,
andiamo al Ricovero Garibaldi, suoniamo e facciamo finta di essere
due nipoti in visita. Il primo anziano che vediamo all'ingresso lo
abbracciamo chiamandolo nonno."
Visto che la
maggior parte dei vecchi di questi ricoveri economici non vede i
familiari dal giorno della rimozione dalla casa precedentemente
abitata o comunque ha il cervello troppo in pappa per distinguere due
mentecatti che si prendono burla di lui dai veri nipoti, dai vari
familiari o persino dalle due piante sempreverdi dell'ingresso, non
dubitavo un piano del genere potesse funzionare.
"Sì, ma se
anche fosse, cosa ci guadagniamo?" Alla domanda stupida, come
solo le donne con le tette grandi riescono a fare, ho già la
risposta pronta: "Ci sediamo entrambi sulle sue ginocchia e lo
ascoltiamo, hai presente quell’attività passiva da fare con le
orecchie?!".
"Non sono
convinta", ribatte. "Senti - taglio corto - frequentare
gli ospizi o girare a zonzo per la città per me è equivalente visto
che non sarà mai come potare gli alberi con lo svettatoio che mi ha
prestato il vicino".
Eccoci dieci
minuti e infinite rughe dopo sulle ginocchia del vegliardo ad
ascoltare storie sulla guerra, mentre altri anziani lontani rosicano
invidiosi per l'affetto a loro mancante.
Accorgendoci
delle imminenti fratture dei femori e consci che gli ultimi due
racconti sui partigiani fossero in realtà trame prese da un paio di
serie di Un medico in famiglia con Lino Banfi siamo saltati giù e
corsi fuori, verso l'ingresso principale, braccati da ossute braccia
e stampelle.
Tornati all'aria
aperta, con la pungente aria del vicino inverno che contrastava il
tepore malsano dell'interno ho pronunciato ad alta voce la
riflessione profonda che chiude il pezzo, mentre lei si preparava ad
annuire lentamente, ciglia aggrottate, sguardo verso un punto
lontano.
"Vedi,
andare via da un luogo di sofferenza e imminente morte, ci ha fatto
maggiormente apprezzare quello che abbiamo lasciato prima di entrare;
un po’ come mio nonno che uscendo dall'ospedale dove era ricoverata
sua moglie, evitava l'ascensore facendo le scale a piedi, volando sui
gradini. Non trovi?"
E mi ha tirato
un calcio nelle palle, sicura di farmi a posteriori cosa gradita.
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