venerdì 4 febbraio 2011

Zenone

Era sdraiata sul letto di traverso, appoggiata sull'addome. Poi si è stesa al mio fianco e mi dava baci veloci guardandomi con questi occhi enormi. Quando batteva le palpebre lo spostamento dell'aria era percettibile, ma molto probabilmente erano le sue narici a provocarlo.

"Noi due non riusciremo mai a fare sesso", le ho detto passandole una mano nell'incavo a lato della spina dorsale. "E perché mai?" mi ha risposto guardandomi come potrebbe fare di solito.

"Vedi, affinché tra noi ci sia un rapporto sessuale completo, il mio pene si deve per lo meno avvicinare al limitare del tuo sesso: che distanza ci sarà ora? 20 centimetri? Affinché sia raggiunto, si deve prima percorrere metà dello spazio tra me e te, poi ovviamente per colmare lo spazio restante si deve percorrere un'altra metà di quello rimanente. E cosa resta? Altro spazio, che posso ancora dividere in una metà da attraversare e un'altra metà che resterebbe tra noi due. Mi segui? Siccome posso sempre dividere una certa lunghezza in due metà, e ci sono infinite metà per ogni distanza, sempre più esigue ma comunque infinite, siamo destinati alla castità.".

Allora mi è salita a cavalcioni con gli stivali ancora indosso e che Zenone si fottesse alla grande.

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