martedì 15 dicembre 2020

Caldaie

Quando mi capita di visitare case di persone che conosco chiedo di poter vedere la caldaia. In molti me lo permettono, benché interdetti dalla mia richiesta, la quale cerco di motivare con una sorta di curiosità professionale o a volte pretendendo di avere un imminente cambio di impianto da effettuare e quindi di trovarmi nel processo di valutazione delle altre realtà che mi circondano.
Un conto è studiare un elenco di modelli da un catalogo o da un sito online, un altro vedere l'apparecchio installato e funzionante. Ovviamente non trovo sempre gli ultimi prodotti del mercato, ma alcuni si assomigliano, hanno simili caratteristiche e se installati nell'abitazione già da anni possono dimostrare l’affidabilità dell'impianto e la soddisfazione dell'acquirente verso una determinata marca. "Condensazione" è la parola chiave di un moderno proprietario di caldaia, il quale non mancherà mai scandirla, in particolare successivamente ad un recente, oneroso, acquisto.

Oramai quasi tutte le caldaie moderne sono molto compatte, prevalentemente verniciate in bianco e risiedono all'interno della casa o dell'appartamento, magari dentro vani predisposti appositamente, a volte sul terrazzo, oppure appena fuori nel garage. I vecchi bruciatori a nafta avevano il loro locale separato anche in abitazioni di medie dimensioni. La motivazione era principalmente per soddisfare i requisiti di legge in termini di sicurezza. Un'intera stanza per una caldaia! Ve lo immaginate il lusso? Magari i figli condividevano una camera da letto, la lavatrice si trovava in cucina e la scrivania era nel soggiorno: ma la caldaia, con annesso bruciatore e pompa di circolazione, aveva la sua dimora separata.

In passato la varietà era certamente maggiore, si incontravano dimensioni e colori estremamente diversi. La complessità dell'impianto rifletteva l'evoluzione che vi era stata negli anni, con aggiunte e modifiche che si potevano notare da bizzarri percorsi fatti dai tubi, da riduzioni di diametro o valvole che prima interrompevano una parte del circuito dell'acqua (ora rimosso) ma mai eliminate.
Tali valvole, in maniera altamente ridicola per una persona che si fermi ad osservarle, sono rimaste alla fine di un tubo, poco prima di un tappo. Che siano aperte o che siano chiuse nulla cambia se non per quegli ultimi centimetri di conduttura. Magari uno le lascia chiuse se non si fida della tenuta del tappo. E così fanno in molti.