Buzzetta, ti sto tenendo d'occhio. Non ti perderò di vista per tutto
questo fottutissimo periodo di tempo che siamo costretti a passare
assieme.
Ti controllo da quando sei entrato il primo giorno: tu hai guardato me e io ho guardato te e non ho avuto alcuna
incertezza. Sono certo che ci saranno dei problemi, dei grandi e grossi
problemi e che solo tu sarai la causa di questi problemi.
Non sei
il primo e non sarai certamente l'ultimo nel quale sono stato e sarò
costretto ad inciampare: i soggetti come te capitano, fortunatamente non
così spesso ma ogni regolarmente me li ritrovo tra i piedi, e, credimi,
sono consapevole del come affrontarvi.
Lo so che sentirò suonare il telefono una notte, sarà magari un numero sconosciuto
a comparire sul display, ma io saprò benissimo per quale motivo mi
stiano chiamando. Ancora prima di rispondere sarò sicuro che il mio
pensiero andrà a te. Mi metterò a sedere sul letto guardandomi i piedi e prima di sentire la
voce all'orecchio sarà chiaro cosa sta succedendo, chi è stato e cosa
dovrò fare.
E ora, Buzzetta, se non hai nulla da
aggiungere, richiudi quella porporina, lascia il cartone ad asciugare
sul banco e fila fuori che vedo tua nonna giù al cancello che ti aspetta.
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