mercoledì 28 ottobre 2009

Fatima

Alla fine è un po' come se il Papa una domenica mattina all'Angelus, affacciatosi alla finestra, dicesse a tutti i fedeli che gremiscono la piazza (i fedeli hanno sempre la cattiva abitudine di gremire): "Cari Fratelli e Sorelle, avvicinatevi tutti, venite più vicini", parlando sempre più a bassa voce con le labbra contro il microfono, "vicini, ho una cosa da rivelarvi, il quarto segreto di Fatima. Più vicini...". E alla fine il Papa tirasse fuori di scatto un mitra, con tutto il caricatore verde mimetico tipo film sul vietnam, montato su un treppiede che appoggia sul leggio assieme al librone, e iniziasse a sparare a raffica sulla folla, sbavando tremante mentre le cartucce vuote rimbalzano sul balcone e sul vetro delle finestre. E la folla continui a stare sotto: la gente vede morire i propri vicini crivellati (i morti per morire si crivellano) che si riversano a terra, e ancora guarda in alto a bocca aperta, aspetta il segreto di Fatima.
Ma il Papa continua a sparare. Un sottoposto in porpora gli passa un secondo mitra con altri colpi. Un terzo ancora. Piazza San Pietro è inondata di sangue. Qualcuno è rimasto da lontano in piedi e ancora tende le orecchie per sentire il segreto.
Il Papa rientra e si va a fare un te.
Le televisioni non dicono niente ed in differita mandano un angelus di qualche domenica prima. E così la domenica seguente ancora la piazza piena di gente. Nuova strage ma il Papa il segreto non lo dice mica, se lo tiene per se.

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