lunedì 22 dicembre 2008

Etologia e recruiting

Mi sveglio la mattina alle 7 dopo essere andato a letto alle dieci di sera e aver sperato che a tutto ciò un giorno penserò sorridendo.

Arrivo al quarto piano della ditta e mi fanno sedere in mezzo a tutti quelli in attesa. In cinque ci fanno andare verso una stanza dove entra una signorina. Psicologa addetta al recruiting. Alta, zigomi alti, mani affusolate. Bella donna che mi fa paura e sa di farmene. I nostri nomi sono in cartellini sul tavolo; noi diventiamo foto sulle copertine di fascicoli con dentro i nostri curricula. Lei osserva tutto quello che faccio e lo giudica. E prende appunti. Incrocio le braccia e prende appunti. Incrocio le gambe e prende appunti. Mi masturbo sotto al tavolo e prende appunti. Le guardo il sedere e prende appunti.

La sua funzione e' la stessa di un etologo della prima parte del secolo. L'etologia moderna evita che il soggetto studiato capisca di essere studiato e perciò entri in contatto con chi lo sta studiando. L'etologia moderna evita di influenzare l'osservato tramite il processo d'osservazione da parte dell'osservante.
Intuisco quindi che microfoni ci stiano spiando durante i momenti di assenza della psicologa, o che persino uno degli esaminati sia lui stesso un esaminatore. Paradossalmente forse siamo noi stessi gli esaminatori e l'azienda sta valutando se assumere o meno la psicologa.

Prove di gruppo. Tutti a discutere su cosa sia meglio per una ditta che produce pannolini e deve affrontare questo ipotetico mercato dove un'altra ditta produce macchine del tempo per la cacca. La cacca la spediscono a fine '700 e la ditta di pannolini non e' pienamente contenta. Io propongo di evitare i rapporti di coppia duraturi e stabili a favore di brevi innamoramenti alla fermata dell'autobus. Come alternativa mandate i bambini nel passato e dopo la loro educazione sentimentale li riportate nel presente, o piu' o meno in epoca recente.

A conclusione entra un senior manager super professional che mi fa capire che la parola chiave e' 'business'. Aumentare il business, fare del business, i paesi dove facciamo del buon business. Non ho capito bene cosa sia ma lo cerco tra gli scaffali al supermercato la settimana seguente. A titolo di cronaca e' un detersivo nella seconda corsia dell'EuroSpin di Cona (FE).

"Indovinate quale e' il secondo paese europeo dove facciamo del buon business, non lo credereste mai...". Io tento: "Svizzera". "Assolutamente no, li le mucche hanno paura delle persone in giacca e cravatta". Mi viene in mente il cioccolato al latte e cosi' mi distraggo per tutta la mezzora successiva.

Cinquanta slide dopo, arrivato lo spazio per le domande gli chiedo: "Ok, voi fate consulenza, ma c'e' mai stata qualche consulenza che non sia andata a buon fine." Lui mi squadra finto affabile, la ragazza prende appunti con disapprovazione. La nuova parola chiave del suo discorso diviene 'developing', e c'è' sempre stato un 'developing' al 99%. Se una volta hanno fallito il cliente e' rimasto comunque tale.
Io mi vergogno della domanda e rimango a testa bassa fino alla fine della presentazione.

Alla fine la psicologa ci saluta e mi prende in disparte: "Signor Franchini, lei sta male e si capisce chiaramente, c'e' nulla che possa fare per lei?"

In stazione 25 minuti dopo cambio il biglietto con quello per un treno di due ore prima che quasi perdo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

'mi masturbo sotto al tavolo e prende appunti. Le guardo il sedere e prende appunti'- Paolo mi stupisci;)

Sono il tuo grande fan, mi piace che scrivi tutto che pensi without softening.

una girl from un paese molto lontano