martedì 6 aprile 2010

Franchini va ad Amsterdam

Quando non so dove andare, ovvero come andare per dove devo andare, metto in pratica la soluzione di seguire le bionde. Se ad esempio devo arrivare alla stazione oppure all'ingresso di un museo, penso che la cosa più pratica sia seguire la prima bionda che vi precede; se poi la bionda, che non è detto stia andando dove state andando voi, vi porta nella direzione sbagliata cosa ci avete perso? Nulla, avete seguito un bionda e non mi sembrerebbe mai troppo sbagliata come azione.
Questo vale in Italia dove le bionde non sono tantissime, perciò la difficoltà di trovare una bionda da seguire e l'arrivare a destinazione sono due eventi sicuramente gratificanti se uniti assieme. Il problema può nascere se viaggiando vi trovate nel nord Europa, dove le bionde non mancano. Provateci lo stesso e così ho fatto io in questi giorni qua ad Amsterdam. Ok, sì, aspettate due righe e parlo delle prostitute, un attimo.
Sono venuto ad Amsterdam per un meeting riguardo a questioni talmente complicate e lontane dalla vostra vita di tutti i giorni e soprattutto dalle vite di tutti i giorni della maggioranza delle persone che a ben pensarci sembrano quasi inutili.

Ok, le prostitute. Le prostitute sono tante, illuminate di rosso dietro le vetrine e sempre sorridenti. La cosa che ci si deve mettere in testa è che non vi sorridono perché siete piacenti. Le prostitute vi sorridono perché sorridere è la cosa giusta da fare, non potrebbero fare altrimenti. E questa cosa a fatica entra in testa a noi uomini. Quando una donna ci sorride, visto che siamo così affascinanti, intelligenti e dallo sguardo misterioso, è automatico sentirsi lusingati. Il meccanismo è totalmente automatico come nell'esperimento di Pavlov (1849-1936) che gli ha valso il Nobel, nel quale una fila di ragazze in tenuta da segretaria veniva lasciata spogliare all'aumento della temperatura in concomitanza con una campanella. Successivamente al suono della campanella le ragazze di spogliavano anche senza l'insostenibile aumento della temperatura.
Il sorriso delle signorine dietro le vetrine è finto, il meccanismo è quello del denaro, elemento che invece non riguarda la vita reale, che al contrario è saturata da confettini zuccherosi, muffin al cioccolato, pasticciosi involtini di sfoglia ripieni di burrosa crema.

Nella vita reale le persone non vi sorridono se veramente non voglio mostravi la loro gioia nello starvi a parlare. Non vi chiedono informazioni sulla vostra salute, o sulla vostra famiglia o su quello che avete fatto durante le vacanze, se non sentono la reale necessità di colmare con tali informazioni il loro appetito di conoscenza della vostra persona.

Il problema al ritorno è casa consiste poi nel volere illuminare di rosso le vostre fidanzate dopo averle incorniciate in degli infissi. La stessa cosa del vedere ragazze piacenti e cercare un cursore nel sottopancia da far scorrere di qualche minuto. Un mio amico attendibile una volta lo ha fatto veramente e si è ritrovato a parlare di vegetarianismo su poltrone di vimini. Ha provato ancora: cineforum.

Ma la vita reale ci piace così con la tosse e i peli superflui. Con la carta delle caramelle ai concerti e la parola meridionalità che ci contagia di solarità.
Questo perché nella vita reale le donne bellissime non stanno sempre a sorridervi senza motivo e soprattutto non indossano costumi da coniglia gigante. Se provate nella vita reale a suonare Bach, Bach vi sarebbe grato di essere morto.

Ok non sempre.

1 commento:

Lucie Brendel ha detto...

ti amo Paolo Franchini. credo ti citerò (non necessariamente in giudizio - ma forse dopo che ci saremo sposati e avrò progettato un'ascensore con serratura ad ogni piano per rendere fruibile la casa anche da separati e il matrimonio sarà fallito sì). sto cercando su Metra SpA qualche bell'infisso in alluminio.