martedì 7 settembre 2010

Artisti in strada

Ieri ero in giro per strada, per guardare gli artisti da strada. E già qui partiamo male: per come sono stato abituato gli artisti dovrebbero stare chiusi dentro a teatri o musei, dietro a ad asettiche bacheche di vetro, tutti imparruccati canuti, con pomposi abiti scuri dagli altissimi colletti inamidati trasbordanti di pizzi e merletti da ogni orifizio; non certamente in strada in mezzo alla povera gente che non si può permettere di stare al chiuso a divertirsi in solitaria, guardando altezzosa dal retro di un monocolo cerchiato in oro.
Poi non si paga il biglietto, e non vi è solo la questione del non divertirsi quando non si paga, vi è il principale problema che quando non si paga, quando una cosa è gratis, tutti accorrono per farla. Ma dico io, Dio mio, esistono per caso cose gratis belle? Pensateci bene. Avete pensato, l'amore, il sorriso di un bambino, il sole? Ma scusate, sono letto solo da donne, pederasti e gente che non ha mai seguito un corso di fisica nucleare?

Ci sono anche le bancherelle degli artigiani, tutta gente che nel medioevo avrebbe fatto la fame vendendo questi orologi con il profilo di Elvis ricavati da vecchi 33 giri. Sarebbe stato quantomeno anacronistico, e il volgo, causa la diffusa ignoranza dettata da una dieta esclusivamente a base di legumi, avrebbe perso tempo a cercare il significato della parola sul dizionario. Un libro costava quanto una casa a causa della micragnosa fissazione di non inventare le stampanti a getto di inchiostro meno costose delle stesse cartucce (o di abitare accovacciati sotto i frontespizi).

Tutto sommato il divertimento è assicurato non dal circo di persone che fanno arte, ma dal circo di persone che guardano gli artisti. Se io vado a teatro ad ascoltare il Clavicembalo ben temperato, non indosso un frac, quindi perché se ascolti musica balcanica ti vesti come se ti avessero ricoperto nudo di pece e poi immerso in un cassonetto di raccolta vestiti usati?

Le gare di Formula 1 non dovrebbero essere decisivamente determinate dalla griglia di partenza. Farei come le corse al trotto: partenze in parallelo da dietro di una safety car. Certo, ci vorrebbero piste più larghe, almeno nel tratto di partenza e meno concorrenti. Ho fatto uno schema per spiegarlo:

Nello schema si vede la partenza nell'ampio rettilineo iniziale, la pista poi diventa un nastro di Möbius. In piccolo ci sono io che sono sempre invitato a tutte le gare e feste dopo-gara.

Il messaggio è questo: non tutto quello che si fa per strada è una figata solo perché fatto da gente a piedi nudi, non tutte le cose altisonanti e pompose sono detestabili perché non ci trovate gente a piedi nudi.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

potrei innamorarmi di tanta saggezza, anzi, già fatto! <3

Lucie Brendel ha detto...

hei, mettiti in fila!

Paolo Franchini ha detto...

C'e' abbastanza saggezza per tutte voi signorine.

Anonimo ha detto...

oh ahhh quanta saggezza
firmato: anonima veneziana