giovedì 21 febbraio 2013

Bariolage

Ci siamo messi d'accordo per suonare tutti insieme un giorno a settimana: abbiamo deciso di uscire e incontrarci per fare delle prove. Chi ha scelto l'oboe, chi il violoncello, chi la viola d'amore e chi il violino.
Prendiamo i nostri strumenti in spalla e usciamo di casa.
E' tutta una scusa per liberarci, per poche ore almeno, dalle nostre rispettive famiglie, mogli, fidanzate, amanti, figli, compagni di vita.
Noi e i nostri strumenti, in spalla, ci troviamo lo stesso giorno a varcare il portone di casa per andare altrove, non nello stesso luogo. C'è chi va a giocare a carte da altri amici o chi banale dall'amante. Chi finisce a bere in un pub disperso verso la tangenziale. Il clarinetto e la viola si trovano per scommettere sui cavalli che corrono in notturna.
Un volta ogni tanto, con il fine di giustificare le prove, ci ritroviamo per una qualche occasione a suonare assieme, veramente. E allora invitiamo le famiglie, le fidanzate e le mogli. I figli e i compagni di vita. Ci sediamo a caso, mischiamo le voci, suoniamo strano, impreciso, fuori tempo. Tutti ci applaudono e noi ci schermiamo: "servono più prove, dovremmo pensare di incontrarci più spesso".

Io non sto invecchiando perché siano tanti i capelli bianchi, o faccia fatica a sopportare le faccine nei messaggi, o perché il più delle volte preferisca parlare del passato invece che del futuro. Sto invecchiando perché inizio a manifestare sensi di colpa.

Con il mio fagotto smontato, l'altra sera sono andato da lei, ovvero da quest'Altra. Mi dice che ama ancora quell'altro. Almeno crede. Io la bacio, la stringo ai fianchi. Si sente grassa, ma quello che esce dai jeans stretti (troppo stetti è vero) non può che essere piacevole al tatto. Cerco di sovrastarla, mi scappa. La inseguo per finta e scoppiamo a ridere. Riesco a morderla, ma soffre il solletico e ride ancora di più.
Finiamo ancora baciandoci, con lei accovacciata a fianco e io che non potrei essere comunque più contento.
Rilancio e indietreggia in camera. Travi di legno nel tetto che fisso per un po', giusto il tempo di vedere la differenza tra quelle originali e un restauro che ne ha ripristinato la geometrie.
 
A casa c'è lei, ovvero l'Altra ancora. Mi chiede se va tutto bene: io crollo, il senso di colpa. "Abbiamo suonato, Händel, ma senza nemmeno un trillo o una qualche acciaccatura, non ho neanche provato a fare un singolo mordente. La prassi!". E scoppio a piangere.

Di comune accordo alcune sere le prove le svolgiamo veramente. In quella sera fra tante, non solo scansiamo i compagni, le mogli, i figli e le fidanzate, ma evitiamo persino gli amici, le amanti, gli hobby e gli ozi, e proviamo a fare ordine in musica.



1 commento:

Anonimo ha detto...

C'è chi sfugge.
C'è chi cerca.
E non solamente l'ordine delle questioni musicali.
O le diteggiature nel bariolage.