venerdì 26 ottobre 2018

Check-in

"Cosa ha in spalla?"
"Un violino"
"Perfetto", mi sorride al check-in una riccia signora, "lei sarebbe nel gruppo 4", mi indica sul biglietto, "ma lei non ci faccia caso: appena la collega annuncia il priority boarding lei può già presentarsi per l'imbarco. Così avrà più spazio sulle cappelliere."
"Non sono sicuro di essere abbastanza coraggioso per saltare la fila..."
"Lei passi avanti non si preoccupi, non vogliamo farla attendere e tanto meno non farle trovare posto. Proceda ora al gate, le dico già ora che sarà il B33, resti tra lei e me. B come B-gate e 33 come il prefisso telefonico internazionale della Francia. Vogliamo che tutto proceda liscio per lei, a cominciare da ora. Vede la infondo, quegli inservienti che indossano galloni sulle spalle? Vede quella macchia rossa, è un tappeto, lo stanno srotolando verso di lei, gli vada incontro, su vada, se si incammina ora nel preciso momento che l'ultimo metro sarà svolto sul pavimento il suo piede destro sarà sollevato in aria pronto per posarsi all'estremo limitare del velluto, cammini poi diritto. Buona giornata."

Me ne sono andato al gate mentre la signora riccia, il banco del check-in, il tabellone elettronico soprastante e due o tre passeggeri in fila, sono tutti svaniti in una nuvola di fumo.

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